LB4W_107_Vuoto…a rendere

Per partecipare al concorso i progetti vanno inviati entro:

Progetto proposto da: Chiara Lentini, Laura Nigro, Laura Giordano e Sergio Tarquinio

 

Oggi un numero sempre maggiore di persone è sensibile ai temi della salute, dell’alimentazione, dell’ambiente e della sostenibilità, questa domanda non ha però accesso, in ambito urbano, a servizi capaci di soddisfarla. D’altra parte esistono porzioni di territorio che pur trovandosi in ambiti urbani con strategiche potenzialità sociali, risultano sottoutilizzate poiché poco valorizzate dagli strumenti di pianificazione urbanistica: i cosiddetti “vuoti urbani”.Tali criticità possono trovare una soluzione comune nell’attuazione di strategie che rendano conveniente la conversione dei vuoti in complessi di cultura agricola, ecologica, ambientale e nutrizionale. Un tale servizio situato in zone fortemente antropizzate quali sono le nostre città può riuscire a valorizzare la coltivazione attraverso la sua divulgazione e dimostrazione e attraverso la vendita di prodotti biologici. Sarebbero inclusi spazi ludici ed espositivi, spazi coltivati, negozi e ristoranti.Il valore economico e sociale del progetto sta nella creazione di una nuova centralità in luoghi precedentemente sottoutilizzati, nella reperibilità di prodotti che incoraggino un migliore modello alimentare e nella creazione di nuovi posti di lavoro nel settore agroalimentare.Il potenziale mercato è composto da soggetti, pubblici o privati, che si trovino in possesso di terreni con le caratteristiche di “vuoto urbano”. Tramite un modello di project financing e con approccio multi-stakeholder, si mira a definire le variabili economiche determinanti della realizzazione e della gestione di un simile complesso, che studiate su porzioni unitarie di terreno permettano di prevedere la rendita del progetto e di paragonarla ad altre soluzioni di investimento.La vera valenza innovativa del progetto è dunque insita nell’ideazione di un modello sociale ed economico che miri a convertire aree urbane inutilizzate in isole culturali a beneficio di tutti, con strategie economicamente sostenibili e replicabili su vari territori