LB5P_076_LOTTA AGLI SPRECHI: UNA NUOVA SFIDA!

Per partecipare al concorso i progetti vanno inviati entro:

Progetto presentato da Andrea Carta e Federica Porcu

La tematica degli sprechi alimentari si rispecchia in modo proporzionale sulla situazione economica delle famiglie italiane.
In Italia ogni anno finiscono tra i rifiuti dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, per un valore di circa 37 miliardi di euro. Cibo che basterebbe a sfamare, secondo la Coldiretti, circa 44 milioni di persone.

Il termine spreco è definito come l’insieme di quei prodotti alimentari che hanno perso valore commerciale e che vengono scartati dalla catena agroalimentare, ma che potrebbero essere ancora destinati al consumo umano. Si tratta di prodotti perfettamente utilizzabili, ma non più vendibili, e che sono destinati a essere eliminati e smaltiti, in assenza di un possibile uso alternativo. Lo spreco alimentare è un fenomeno che per lungo tempo è stato estremamente sottostimato. Negli ultimi anni, complici la crisi economica globale, i prezzi dei prodotti agricoli e il crescente allarme per il cambiamento climatico, si è accresciuta l’attenzione su tale problema.

L’obiettivo ambizioso diventa, quindi, quello di evitare che il cibo finisca in pattumiera, in modo particolare quello derivante dalla ristorazione collettiva come ad esempio gli ospedali.
Negli ospedali oltre al tema della qualità e dei costi dei pasti, c’è’ anche quello del moltissimo cibo che viene buttato via o sprecato. Circa il 40% dei pasti forniti ai pazienti e non consumati, potrebbero essere riutilizzati facendo diventare i presidi ospedalieri parte di un circuito socio-sanitario importante, diventando non solo centri di salute ma anche di assistenza socio-sanitaria.

A questo proposito diventa importante incoraggiare le donazioni di cibo pronto e non consumato facilitando l’attività delle organizzazioni caritatevoli come la Caritas che distribuiscono pasti e generi alimentari, agli indigenti.
Per questo una prospettiva interessante per il futuro potrebbe essere quella di far aderire un numero sempre maggiore di Presidi Ospedalieri al programma di recupero pasti, lavorando per uno scopo comune.
L’impatto del progetto ha grande valore sociale in quanto vengono aiutate persone bisognose e, allo stesso tempo, mira a proporre e a promuovere un modello economicamente sostenibile, mediante il recupero di pasti che altrimenti finirebbero nella spazzatura.